Caffè Fernanda – Milano

Progetti

Milano, Italia 2018 rgastudio - Raffaele Azzarelli & Giuliano Iamele

Un nome che celebra un’icona, uno spazio che rende l’interazione parte dell’arte museale: il Caffè. L’azienda si è occupata di fornire l’arredamento dell’intera caffetteria le vetrine FLAT TS e retro-basamenti COMPACT BASIC. Il Bancone è impreziosito con doghe in noce canaletto. Di grande impatto sono i piani in ottone brunito, l’alzata retropalco a specchio con tubolari in ottone e le mensole in legno con illuminazione led incorporata.

Dedicato alla visionaria direttrice Fernanda Wittgens, cui si deve la riapertura del museo nel 1950, dopo i terribili bombardamenti del ’43, il Caffè Fernanda è parte del progetto di riallestimento della Pinacoteca di Brera. Una vera e propria tappa di un percorso museale voluto dal direttore James Bradburne che si snoda in 38 sale degli straordinari spazi della galleria nazionale di Milano.

Collocata nell’ex ingresso principale, la caffetteria segue un progetto dal gusto contemporaneo che si innesta nell’architettura di metà ‘900 e la reinterpreta, mettendo al centro dello sviluppo del suo allestimento una straordinaria coerenza cromatica e materica. Ciam è protagonista della sua inaugurazione e della sua composizione, con arredi su disegno voluti da rgastudio, di Raffaele Azzarelli e Giuliano Iamele, che negli ultimi anni ha maturato una grande competenza specifica nella progettazione di spazi di ristorazione, tra cui l’Hangar Bicocca, il Bistrot della Nuvola Lavazza di Cino Zucchi e i ristoranti Ratanà.

Il colore e la matericità rappresentano i pilastri filosofici ed estetici attorno a cui ruota la costruzione di questo spazio, che porta a un valore paritario il piano visivo e quello della scoperta tattile, caratteristica fondamentale per un ambiente ambizioso che eleva l’esperienza d’interazione a elemento d’arte espositiva.

L’intenso color ottanio scelto per le pareti è coerente con i diversi toni caldi che si incontrano nelle 38 sale, ed esalta le grandi opere d’arte presenti nel Caffè: La Conversione del Duca d’Aquitania di Pietro Damini, Le tre Grazie di Bertel Thorvaldsen, il busto di Fernanda Wittgens di Marino Marini e il suo ritratto eseguito da Attilio Rossi.

Per illuminare l’ambiente e le opere in modo corretto si sono utilizzati solo proiettori Led orientabili, montati su binari che ricalcano l’orditura delle travi in gesso esistenti. Gli splendidi pavimenti marmorei in Fiore di Pesco e le cornici in Rosso Levanto, ereditati dal progetto di Piero Portaluppi, sono stati recuperati e restaurati.

Sotto la tela seicentesca del Damini è stato posto il grande bancone del bar dalle estremità arrotondate. L’arredo, fornito da CIAM, attraverso il progetto reinterpreta i mobili anni ’50 stravolgendone le dimensioni: il banco in legno cannettato è costituito da grandi liste semicircolari di noce canaletto e da un sottile piano in ottone anticato. L’ottone del piano si assottiglia ulteriormente e diviene cornice per gli specchi della bottigliera che ci mostrano riflessi Amore e le Tre Grazie del Thordvalsen. La volontà di usare i medesimi materiali per gli arredi di sala è mirata a uniformare lo spazio e non interferire con la visione delle opere.

Foto realizzate da Michele Nastasi.